Il suicidio può essere altruista in alcuni frangenti?

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    http://www.corriere.it/esteri/15_gennaio_0...be9a3a0e4.shtml


    Perché posto questa notizia?
    Perché ho una domanda da farvi.
    Senza arrivare agli estremi di questo individuo, vi chiedo una cosa: un individuo si accorge di avere delle fantasie malate, che, con fatica, riesce a imbrigliare.
    Arriva ad un punto in cui però non ce la fa più e decide, per evitare di trasformarsi in un pericolo per la società, di togliersi la vita. (lo stesso detenuto di cui sopra dice che se tornasse indietro rifarebbe tutto, segno che non ci sta tanto bene)
    Domanda: in casi come questo può valere la solita retorica del "è un codardo, avrebbe dovuto vivere" o "perché non si è fatto curare" o che altro?
    Io confesso che non lo so.
     
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    Per me, il suicidio non è contemplabile come opzione, a prescindere da ciò che mi succede o mi fanno. Non per codardia, non per religione, ma perché, sempre per me, il suicidio viene solo da debolezza interiore, difetto che nella lunga lista di difetti miei, fortunatamente manca.

    Poi c'è anche una semplice logica dietro: il futuro è insondabile, non sappiamo cosa avverrà, chi ci dice che resistere 24 ore di più non ci permetta di cambiare drasticamente la nostra vita in meglio? Col suicidio, ciò non può avvenire, ci potremmo privare di gioie immense (così come di dolori atroci, questo è innegabile, è una scommessa).
    Tuttavia, in casi particolari, tipo le persone in coma irreversibile, posso comprendere il desiderio di alcuni parenti di staccare la spina, o del paziente stesso in casi gravi. Non condivido, ma lo capisco, e son dell'idea che si debba poter scegliere il proprio destino se se ne ha la possibilità.


    Ciò, però, riferito ad una persona "normale". In carcere, per me l'eutanasia è ancor meno un'opzione! Hai fatto cose orribili per meritarti l'ergastolo o comunque decenni di galera? E allora devi soffrire ogni giorno della tua permanenza, la morte è una fuga troppo dignitosa (sono a favore della pena di morte solo per i casi più pericolosi, tipo capi di mafia che anche se rinchiudi danno ugualmente ordini, oppure terroristi o serial killers particolarmente malati). Quindi, in questo caso da te portato, sono contro la scelta dei giudici, avrebbero dovuto tenerlo in prigione a farlo soffrire, ed anche ad impedirgli qualsiasi forma di suicidio nel caso. La galera non è un luogo di villeggiatura.
     
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    Per me si, alla fine il suicidio per me può anche essere un modo per scusarsi, opinione personale.
     
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  4. Kodoku
     
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    CITAZIONE (Saga no Gemini @ 3/4/2015, 13:19) 
    www.corriere.it/esteri/15_gennaio_0...be9a3a0e4.shtml

    Senza arrivare agli estremi di questo individuo, vi chiedo una cosa: un individuo si accorge di avere delle fantasie malate, che, con fatica, riesce a imbrigliare.
    Arriva ad un punto in cui però non ce la fa più e decide, per evitare di trasformarsi in un pericolo per la società, di togliersi la vita.

    In realtà, dando un'occhiata all'articolo che hai linkato, non mi sembra che la vicenda c'entri molto con il titolo del topic, perchè quell'individuo, da quanto ho capito, ha chiesto di essere ucciso per "sfuggire a sofferenze psicologiche" (sue, non degli altri), quindi non comprendo bene a quale altruismo tu ti riferisca.

    Comunque, Durkheim, nel suo studio pionieristico, parla di "suicidio altruista" in riferimento alla morte causata dalla stessa vittima per eccesso di integrazione sociale; tuttavia, c'è da specificare che la situazione è ben diversa da quella dell'articolo, perchè, come si evince da alcuni esempi riportati dall'autore, questo tipo di suicidio riguarderebbe tutti i casi in cui un individuo dà la sua vita per ragioni d'onore (es. capitano che affonda con la sua nave) o di tradizioni religiose (es. vedova indiana che si immola sul rogo del marito). E', quindi, una cosa abbastanza differente; ad ogni modo, questo studio è stato anche molto criticato, a causa del fatto che, essendo stato svolto alla fine dell'800 (è fortemente positivista) su dati secondari, ed essendo praticamente il primo studio di stampo sociologico sul tema, alla fine conta più dal punto di vista metodologico che contenutistico. Senza dilungarmi ulteriormente su cose che non credo possano interessarvi, comunque, quando ho letto "suicidio altruista", non ho potuto fare a meno di pensare a quello. Forse Durkheim classificherebbe il protagonista dell'articolo sotto la voce "suicidio egoistico", ma non posso esserne sicuro, chiaramente.
     
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    Però Ko se tu leggi lui dice di avere capito di essere un pericolo per la società.
    Quindi credo che un minimo di consapevolezza ci sia.
    Ripeto la domanda: uno che si accorge di avere fantasie che, esaudite, lo trasformerebbero nel novello "mostro delle Ande".
    Secondo voi se si suicida per evitare sofferenze a qualcuno è altruista?
     
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    No, se si rende conto che ha certe fantasie, deve farsi aiutare prima che le metta in atto. O, se le mette in atto e non vuole causare altro dolore, consegnarsi alle autorità.
     
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  7. Kodoku
     
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    CITAZIONE (Saga no Gemini @ 16/4/2015, 20:13) 
    Però Ko se tu leggi lui dice di avere capito di essere un pericolo per la società.
    Quindi credo che un minimo di consapevolezza ci sia.

    Se ci riferiamo alla stessa, non si capisce bene se sia stata formulata da lui o dall'altro tizio, Dutroux, ma, comunque sia, la frase è questa: «Sono un pericolo per la società, lo so. Ma sono anche un essere umano, e qualunque cosa abbia fatto resto un essere umano. Perciò sì, concedetemi l’eutanasia». Il motivo per cui chiede di essere ucciso non sembra essere la consapevolezza della propria pericolosità (che comunque parrebbe possedere), bensì il fatto di considerarsi un essere umano e di ritenere di avere diritto ad una dolce morte.
    Io continuo a non leggerci altruismo, in questo specifico caso, però potrei sbagliarmi.
     
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  8. [Black_Dragon]
     
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    Nel caso fosse un pericolo per la società potrebbe immolarsi donare il suo corpo alla ricerca e alla scienza per salvare più vite possibili ecco come si ripaga la società è un bel modo per morire e dare comunque un contributo positivo in cui si crede e mondarsi dei suoi peccati anzi lo estenderei a tutti i serial killer o individui potenzialmente pericolosi per pareggiare il loro debito con la società, come i ladri dovrebbero lavorare fino a ripagare tutti i soldi rubati alle vittime o allo stato e lo stesso per gli stupratori che dovrebbero dare una bella rendita a vita alle loro vittime di abusi.
     
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7 replies since 3/4/2015, 12:19   83 views
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