L'Ombra

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  1. crusader 94
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    L'OMBRA

    1.

    SPOILER (click to view)
    Erano almeno le 3 di notte, la radio emise un secco "bip" e una voce annoiata cominciò a parlare
    -c'è stata una rapina solo 10 minuti fa, dovete fermare tutte le moto e i motorini che passao sulla via Holy Justice, posizionatevi al numero 23, ricevuto?-
    -ricevuto-
    replicò una voce altrettanto annoiata.
    Perchè i ladri dovevano arrivare proprio mentre iniziava il suo programma radio preferito? Number Of The Best iniziava proprio in quel momento.
    La volante si avviò silenziosamente e si andò a posizionare dove era stato detto.
    La radio trasmetteva Holy Mountains dei System Of A Down, era musica che non ascoltava da un pò la loro ma gli erano simpatici e il ritmo gli piaceva.
    L'uomo uscì dall'auto insieme al suo compagno e sbatterono entrami le portiere irritati, là fuori la musica si sentiva ancora.
    -il titolo si abbina alla via-
    disse uno dei due
    -non credo si siano ispirati a questa-
    gli rispose ironico Adam; non aveva alcuna voglia di stare là fuori al freddo anzichè in macchina col riscaldamento;
    Si strinse la giacca forte a se a vento nera sul corpo magro cercando un po dic alore, quando era in servizio di notte, cioè quasi sempre, metteva quello che gli pareva; nessuno gli diceva nulla, i capelli corti e neri sotto il cappuccio della giacca e i pantaloni anch'essi neri lo facevano sembrare parte stessa della notte.
    Passò mezz'ora, tra 4 ore circa finiva il suo turno; le nuvole erano già da prima dense, ed ora aveva iniziato a piovere a dirotto, l'ombrello serviva a poco con quel'umidità, perciò i pantaloni di entrambi i poliziotti erano fradici.
    Era sabato sera, perciò fermarono almeno cinque motorini; un autista era ubriaco e chiamarono dei colleghi per venirlo a prendere.
    In mezz'ora il ladro che stavano aspettando poteva essere chissaddove; ormai aspettare li era quasi inutile ma non arrivò nessun messagio dal capo, perciò dovettero rimanere ad aspettare.
    Stavano lasciando andare in quel momento un ragazzo "pulito" quando sentirono entrambi il ronzio di una moto piuttosto silenziosa.
    Adam era già in mezzo alla strada con l'ombrello sulla testa e la paletta alzata; ma l'autista non accennava a rallentare, si avvicinò ancora ma non rallentava.
    Ormai avevano capito che non si sarebbefermato
    -sali in auto e avvia il motore, è lui, accendi il motore e parti-
    urlò Adam al suo compagno, che non rispose ma fece come gli era stato detto.
    Adam buttò a terra l'ombrello, la moto stava per venirgli addosso; forse l'autista pensava che quell'audace poliziotto si sarebbe scansato all'ultimo momento per farlo fermare, perciò continò dritto per la sua strada senza paura.
    Un attimo prima che la moto lo investisse Adam saltò.
    Il tempo non rallentò tanto, quel che bastava a fargli vedere gli occhi stupiti del guidatore.
    Adam portò veloce la paletta all'altezza del viso dell'altro e piegò le ginocchia fin sopra il manubrio.
    Il motociclista non ebbe il tempo di girare che si ritrovò con la paletta spaccata sul casco e le mani di Adam in faccia; non vedeva più nulla.
    Adam premette con le mani, appoggiò i piedi al manubrio sulle mani dell'altro e spinse in basso con le gambe per fare un agile capriola di 360°.
    Intanto l'autista cadde rovinosamente dalla moto con le mani già doloranti a causa degli Anfibi di Adam e il casco mezzo distrutto, la moto strisciò sul fianco e si fermò contro il guard rail.
    Adam riprese tranquillo l'ombrello, lo aprì, e altrettanto tranquillamente si avvicinò al ragazzo che gemeva a terra
    -un ragazzo?-
    domandò il suo compagno stranito
    -a quanto pare; controlla se c'è la refurtiva nel sottosella della moto-
    Adam sia ccoviacciòaccanto al ragazzo e gli tolse il casco
    -qua non ce nulla, solo una patente, un libretto e uno straccio per pulire la moto-
    gli disse il suo compagno che si era avvicinato a lui; controllò la patente e vide che il propietario non era quel ragazzo
    -abbiamo un ladro di moto-
    -peccato, se fosse stato lui saremmo potuti tornare in macchina-
    in quel momento la radio della volante emise un altro sonoro BIP
    -il ladro è stato catturato, ricevuto?-
    -ricevuto, e... qua abbiamo un ladro di moto-
    -bene portatecelo pure-
    Adam e Logan rientrarono in auto e misero il nuovo "passeggero" sdraiato nei sedili dietro, era svenuto a non aveva segni di ferite evidenti; spostarono la moto dalla strada e la incatenarono ad un palo, si era graffiata tutta da un lato ma era ancora utilizzabile.


    Questa è una seconda storia che sto piano piano scrvendo, spero vi piaccia e, non è un polizziesco XD
     
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  2. vECchiopRecOCe
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    Cavolo forte *_* Bellissimo continua :argh3:
     
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  3. crusader 94
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    questa storia è secondara all'altra, ma non farà la fine di quella di Guy... spero asd XD
     
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  4. crusader 94
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    uff... son riuscito a scrivere^^

    2.

    [SPOILER]Adam faceva il poliziotto... da sempre ormai, il padre l'aveva isrtuito da piccolo e lui si era fatto una sua idea di "giustizia", pensava che il modo migliore per realizzare al meglio questa sua idea era fare il poliziotto perciò appena finiti gli studi si arruolò e fece presto carriera.
    A scuola era un piccolo genio, non tanto per i voti abbastanza normali e nella medi quanto agli ideali già sviluppati ed applicati, non era prepotente ma aiutava sempre chi gli stava vicino e questo l'aveva portato presto a fare amicizia con Logan, il suo primo ed unico vero amico.
    Con lui aveva fatto tutto; dalle elementari fino alle superiori erano stati amici per la pelle e si proteggevano sempre le spalle a vicenda, subito dopo le superiori erano andati in caserma e se non fosse stato per suo padre che era un alto grado non avrebbero accettato Logan a causa del suo leggero peso, una cosache sembrava insignificante ma che gli stava per negare l'accesso.
    Da lì avevano preso casa insieme per dividere le spese e si erano divisi dai genitori, e seppur il padre di Adam lavorasse in caserma non lo vedevano quasi m
     
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  5. darix 96
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    scrivi una nuova storia e non mi dici nulla dopo ke sono sempre in chat su mensagger

    bella storia (ma cosa è un supereroe adam)
     
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  6. crusader 94
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    poi capirai... caxxo; non ho ispirazioen in questi giorni d'estate... voglio il freeeeddooooooooooo!!!!1
     
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  7. crusader 94
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    ho notato che il cap 2 non è sato cpiato bene, rieccolo, (corretto mi pare) insieme al cap 3

    2.

    SPOILER (click to view)
    Adam faceva il poliziotto... da sempre ormai, il padre l'aveva isrtuito da piccolo e lui si era fatto una sua idea di "giustizia", pensava che il modo migliore per realizzare al meglio questa sua idea era fare il poliziotto perciò appena finiti gli studi si arruolò e fece presto carriera.
    A scuola era un piccolo genio, non tanto per i voti abbastanza normali e nella medi quanto agli ideali già sviluppati ed applicati, non era prepotente ma aiutava sempre chi gli stava vicino e questo l'aveva portato presto a fare amicizia con Logan, il suo primo ed unico vero amico.
    Con lui aveva fatto tutto; dalle elementari fino alle superiori erano stati amici per la pelle e si proteggevano sempre le spalle a vicenda, subito dopo le superiori erano andati in caserma e se non fosse stato per suo padre che era un alto grado non avrebbero accettato Logan a causa del suo leggero peso, una cosache sembrava insignificante ma che gli stava per negare l'accesso.
    Da lì avevano preso casa insieme per dividere le spese e si erano divisi dai genitori, e seppur il padre di Adam lavorasse in caserma non lo vedevano quasi mai a causa dei suoi impegni di alto grado.
    Adam e Logan erano talmente uniti che erano addirittura riusciti a salire di grado insieme, Adam era il "leader" dei due, il piu bravo in tutto era rimasto con un basso profilo per stare insieme all'amico.
    L'unica cosa in cui sembrava eccellere Logan era la veglia notturna, il quello nessuno lo che poteva battere; era in grado di fare la notte in bianco a leggere qualche libro o fisso davanti al computer ed andare il giorno dopo a lavoro tranquillo e fresco come una rosa.
    Logan era spesso abituato ad uscire di casa, non sembrava il tipo che esce molto volentieri, ma in realtà tutto il tempo che passava al chiuso era di notte, in camera sua a leggere; il resto del tempo lo passava andando in giro, diceva sempre che gli piaceva osservare la gente e il loro modo di comportarsi, a volte lo faceva anche con Adam, riusciva a prevedere quasi ogni suo comportamento e stato d'animo dalla tristezza piu nera alla gioia piu spensierata.
    Una volta Adam era tornato a casa dopo essere andato a mangiare da solo con un amica e al solo sentire il campanello suonare più volte ripetutamente, con pause brevi tra un trillo e l'altro, Logan capì che il suo amico si era felicemente fidanzato.
    Alan invece aspettava sempre il momento in cui Logan sarebbe uscito per tornare alle sue segrete faccende, amava allenarsi ogni giorno strenuamente, da piccolo aveva trovato uno strano libro che leggedolo quasi lo ipnotizzava, faceva lunghi giri di parole per arrivare sempre ad un concetto poco chiaro, era un libro da decifrare, bisognava leggere sotto le sue righe e scoprire da sè ciò che voleva dire.
    Alla fine Adam riuscì a "decifrarlo" quasi tutto, per lui era una sfida riuscirci, quasi un gioco.
    Ma ciò che scoprì era del tutto inaspettato ai suoi occhi, non erano comlicati frasi filosofiche o sciocchezze strampalate come aveva creduto all'inizio; erano degli allenamenti, allenameti alquanto strani, alcuni richiedevano addirittura la presenza di luce o meno, addirittura una certa temperatura e umidità nell'aria.
    E lui aveva fatto tutto ciò che il libro gli chiedeva, un esercizio dopo l'altro riuscì a finire il libro e nelle ultime righe, quasi come uno scherzo, recava scrito: "ora che hai finito puoi ricominciare, la fine la deciderà il tuo corpo" e lui ricominciò, ubbidendo ciecamente a quella piccola, ingannevole frase.
    Spesso lo faceva solo per sfizio personale, tanto per fare qualcosa; voleva aiutare le persone che stavano là fuori, dietro la sua porta ad aspettare un salvatore delle loro inutili vite, ma non gli andava di uscire a farlo; forse non contento della società in cui viveva, senza fare nulla per sanarla, forse non contento del modo di pensare di chi gli stava accanto mentre camminava per strada; convinto di non ricevere alcun ringraziamento dagli aiuti che lui voleva mettere a disposizione.
    A volte lo stesso Logan gli chiedeva se gli andava di uscire a fare quattro passi in sua compagnia; ma lui rifiutava quasi sempre, facendo i suoi esercizi, di nascosto dal suo migliore ed unico amico.
    Quando ripensava al motivo per cui era diventato poliziotto, la giustizia, rispetto al modo in cui si comportava non riusciva a darsi un senso, a capire perchè catturava i ladri come un giustiziere al comando della legge, quando reputava nemica l'intera società che si estendeva sotto i suoi occhi, chiusi per necessità di non impazzire.



    3.

    SPOILER (click to view)
    Adam scese veloce dall'auto, prima che la pioggia ricominciarre a bagnargli i pantaloni che aveva faticato a sopportare in macchina; aprì la portiera posteriore e fece scendere altrettanto velocemente il ladro di moto, che avevano preso durante l'ispezione da cui stavano tornando.
    Logan si mise subitò al fianco del ladro per bloccare ogni esigua possibilità di fuga, insieme ad Adam, si avviarono verso la centrale di polizia dal parco macchine in cui avevano parcheggiato, che ospitava sempre i loro veicoli.
    Passarono sotto un neon illuminato di blu con la scritta POLIZIA che si rifletteva contorta nelle pozzanghere e nei rivoli d'acqua diretti alle fogne.
    Salirono veloci la piccola scalinata dell'ingresso; la porta scorrevole si aprì di fornte a loro e sbucarono in un largo corridoio che dava accesso a varie stanze sempre collegate fra loro.
    L'entrata era sobria, particolarmente pracica, e resa ancora più fredda dalla luce al neon bianco; il loro comandante infatti non voleva inutili-cianfrusaglie-spreca-tempo dentro l'edificio sotto il suo comando; stranamente però queste inutili-cianfrusaglie-spreca-tempo tornavano utili quando qualche pezzo grosso veniva a fargli visita.
    Passarono accanto a due porte alla loro sinistra senza farci caso ed entrarono nella prima alla loro destra, sempre a destra videro un lungo tavolo ingombro di oggettidi ogni tipo, l'unica cosa che si notava nella fioca luce che filtrava dalle finestre sbarrate era un poliziotto che stava tranquillamente seduto, a guardare qualcosa sul PC che aveva davanti; alzò un attimo lo sguardo riconoscendo i suoi colleghi e ritornò a gaurdare lo schermo.
    L'interno era poco illuminato per far dormire i carcerati che risiedevano nelle loro scomode celle ma non era un problema, superarono il muro alla loro sinistra fino alle prime celle ed aprirono la prima, tolsero le manette al ladro e lasciarono che entrasse da solo, non fece resistenza.
    Tornarono indietro posando le chiavi della cella sul tavolo da cui le avevano prese ed uscirono da quell'obbrimente buco buio, anche se in realtà Logan era abitato a quell'oscuità che lo attorniava ogni notte libera che aveva per usare il computer che si era comprato.
    Tornarono verso l'uscita ed entrarono nella prima porta che incontrarono, sempre alla loro destra; stavolta la stanza era ben illuminata e più vivace, rispetto all'entrata.
    Era tappezzata di armadi, almeno due per ogni parete, e anche tre in quella più spaziosa, al centro era pieno di computer, più della metà inattivi, e le stampanti, i telefoni, i fax ed i raccoglitori di documenti occupavano tutto il resto dello spazio libero.
    -Andate in corridoio a togliervi le giacche, o ci bagnerete tutte le carte-
    fu il grdo di benvenuto di una donna di mezz'età che li aveva notati appena erano entrati; era la signora che metteva sempre in ordina la stazna di notte, mentre i poliziotti che erano ancora in servizio gliela mettevano a soqquadro; Adam si guardò stupendosi di non essersi accorto di indossare ancora la giacca bagnata ed uscì a toglierla, invece Logan affrontò le ire della "vecchia" e ando a baciare sulla gauncia la ragazza seduta al tavolo che aveva di fronte, si era girata e ora stava squotendo la mano per salutarli; subito dopo la sigora delle pulizie lo prese per il collo della giacca e lo sbattè fuori urlando qualche imprecazione perchè gli baganva il pavimento.
    Adam intanto rientrava nella stanza, e finalmente potè parlare con Michelle
    -Abbiamo preso un ladro di moto, e abimo fatto la multa a due ragazzi senza casco, uno ance ubriaco; me li archivii te per favore? Così posos andare finalmente a casa- gli chiese Adam già assonnato
    -Ma certo, è il mio lavoro; buonanotte-
    -Grazie-
    Iniziò ad allontanarsi da lei mentre entrava Logan che sorrise tranquillo e disse
    -Io resto ancora un pò, come al solito, mi faccio accompagnare da Michelle-
    -Certo; come sempre-.
    |Come sempre| pensò Adam annoiato dalla solita giornata, sapeva bene che Logan sarebbe andato a casa di Michelle a "dormire"... sempre se avessero dormito.....
    Era sempre così quando lui diceva "mi faccio accompagnare da lei"; era ormai diventato un silenzioso accordo, una finta bugia.
    Ma ad Adam interessava poco quello che faceva Logan con la sua ragazza; avrebbe avuto un intera notte per allenarsi, e l'avrebbe sfruttata tutta.
    Appena tornato a casa l'eccitazione era già al massimo, si tolse in fretta la giacca e si cambiò il più velocemente possibile, aveva bisogno di vestiti adatti per allenarsi, in particolare questa volta, era un giorno speciale.
    Non si soffermò nella cucina, che era l'entrata ed ancdò subito in camera sua.
    Accese una decina di candele e aumentò il riscaldamento al massimo, l'ambiente doveva essere caldo e secco, ma lui doveva sudare, doveva espellere parte di se.
    Ormai conosceva il procedimento a memoria, si mise accovacciato a terra, le ginocchia sulla fronte e le braccia che le tenevano ferme, in posizione fetale.
    Gli occhi aperti che vedevano il buio più assoluto, non aveva acceso la luce e aeva messo tutte le candele diero di sè, in questo modo, tenendo gli occhi aperti gli sembrava di essr ceco.
    Il tappeto sotto di lui quasi non si sentiva, solo i piedi vi appoggiavano sopra, il sedere invece era rialzato; era passato pochissimo tempo e già aveva perso il senso dell'orientamento, i pensieri si facevano confusi |Se alzassi lo sguardo vedrei la porta?... no, sono di spalle, credo, allora cosa c'è davanti a me?....... sento un pericol, è la prima volta che lo sento....? queste punte, fredde, sulla mia schiena, che scivolano e mi fanno rabbrividire; cosa sono? Aghi forse? No; non sento doore, solo freddo, il freddo avanza, perchè ho freddo?... cosa è il freddo?... perchè posso sentirlo?....| cominciava a dimenticare tutto, la sua vita, le cose che avea imparato nella società in cui viveva, i suoi stessi prìncipi di giustizia e moralità.
    Sapeva che questo non andava bene, non aveva mai provato queste sensazioni, di smarrimento, cominciava a dimenticarsi anche della posizione del proprio corpo, non sapeva se era sdraiato o eretto |i miei muscoli riuscirebbero a farmi stare "dritto"?.. a farmi.... camminare?|
    Sapeva che non doveva essere così, non erano quelle sensazioni erano troppo distanti da lui, non doveva dimenticare, ma non riusciva a fermarsi, all'improvviso sentì una presenta, tra il sui "viso" e le sue "gambe", era davandi a lui, poteva penetrargli nella memoria, cancellarla e ricrearla, era quello che stava facendo?
    Doveva fermarlo?

    Aprì gli occhi, davanti a lui il mondo era diviso a metà, la parte inferiore era marrone e piena di punte, che oltrepassavano lo sfocato confine e si addetravano nellaparte superiore del mondo, quella era gialla.....
    Adam si riprese, ancora in parte stordito, quelle che aveva creduto essere due terre rivali erano il tappeto, con i suoi peli, e la parete dietro di esso.
    All'improvvisò si ricordò gli avvenimenti della notte passata, rabbrividì e si toccò la schiena per sentire se aveva ancora quelle fredde punte che aveva sentito; non c'era nulla, era solo un pò ruvido, si mire il dito con cui aveva toccao la sua schiena in bocca e sentì che era leggermente salato: sudore.
    Si guardò alle spalle e vide che le candele erano completamente consumate, dentro la stanza c'era un afa terribile; si alzò ed andò ad abbassare il riscaldametno, tolse le candelle dai portacandele e buttò ciò che ne restava nel cestino accanto alla porta.
    Aprì finalmente l'unica finestra di camera sua ed entrò una ventata d'aria frasca ed umida che andoò immediatamente ad opporre la precedente afa asciutta, anche questa lo fece rabbrividire, cercò di isservare per un attimo il fosco paesaggio che aveva davanti, ma la fitta nebbia che si era formata durante la notte non lasciava vedere nulla.
    Ripensò agli avvenimenti di quella notte: la confusione; quella la ricordava bene, ciò che non ricordava correttamente era quella "presenza" che sentiva davanti a sè, non l'aveva mai provata prima.
    Ricordava perfettamente tutti i movimenti che doveva fare, ma la sua mente aveva ceduto, in quel momento, non riusciva più a pensare, ed era rimasto fermo.
    Smise di pensare a quella notte squotendo la testa, Logan doveva essere ormai tornato a casa; guardando il sole attraverso le nubi e sentendo la propria pancia poteva capire che aveva dormito fino all'ora di pranzo, e visto che Logan non sapeva cucinare toccava a lui preparare.
    Aprì la porta che dava dalla sua spoglia camera alla cucina; alla sua sinistra c'era un divano, foderato di verde, era la prima cosa che avevano comprato per quella casa; dietro di esso, appoggiato al muro, era situato il tavolo, ovviamente con sopra le solite due tovagliette su cui mangiavano, giusto per dare un senso leggermente più dignitoso al pasto.
    Davanti alla porta da cui era uscito stava la TV, rialzata con un tavolitno verniciato di nero e con due ripiani, entrambi occupati da console e videogiochi che si compravano entrambi.
    Dietro alla TV si intravedeva l'angolo cucina, precismente un angolino scavato nel muro con due fornelli, un armadietto e due scaffali; certo non era la postazione di uno chef.
    Logan era seduto sul divano, la TV accesa davanti a lui ed un controller che gli vibrava in mano, vestito con la sua solita tuta grigia da casa, appena notò Adam si spostò per fargli spazio sul divano e interruppe la partita.
    Adam andò verso l'angolo cucina, affamato come non mai, rarametne gli capitava di dormire csì tanto
    -Com'è andata ieri?-
    chiese Adam, gliene fregava poco in realtà e Logan lo sapeva, ma dovevano pur iniziare un discorso in qualche maniera
    -Bene, sono rimasto ad aiutare Michelle una mezz'oretta e poi son tornato a casa-
    Adam voltò di poco lo sguardo con un sopracciglio alzato, poi tornò ad affaccendarsi con le stoviglie
    -Sei tornato a casa?-
    -Certo, stavolta sì-
    finite quelle parole calò un attimo di silenzio, Adam pensava che non avrebbero più palrato fino al momento di mengiare, ma si sbagliava
    -Ho trovato un libro, sul tavolo, ieri-
    Logan lo prese, ora era sul divano, accanto a lui
    -è tuo? Ho provato a leggere qualche pagina ma non credevo leggessi libri di filosofia, anche se non ci capisco molto, molti sembrao controsensi-
    Adam si sciaquò le mani ed andò da lui, solo ora però si rendeva conto che ciò che teneva in mano Logan era il libro che gli avea tenuto segreto da sempre, l'unico segreto che aveva con Logan.
     
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  8. darix 96
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    nn ha l' ispirazione e poi scrive due capitoli lunghi da qui a domani sera.... allora sei strano forte

    bel capitolo anke se noi nn abbiamo capito nulla (hai due lettori in 1 wow onore)
    o poco però so ke nel futuro della storia tutto si chiarira...(spero)....
     
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  9. vECchiopRecOCe
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    Troppo forti sti cap *-* Credo sia la tua fic migliore :asdg:
    C'è sempre un macello di grammatica però :sesek: :asdg:
     
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  10. Powerzaba
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    La mia seconda fic :D cavolo non è male, mi piace :asdg: E poi il fatto che hanno delle consolle è forte :woot:
     
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  11. crusader 94
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    ebbene, il tanto atteso e consueto cambio di titolo, da ora in po questa storia si chiamerà: Until The End?

    ed allegato il capitolo 4, di cui non sono soddisfatto.

    4.

    SPOILER (click to view)
    Adam cercò di trattenere tutto il suo stupore e cominciò a ragionare, come faceva Logan ad avere quel libro? Non ricordava perfettamente dove l'aveva appoggiato la sera prima, ma solitamente lo lasciava nella sua camera, dentro qualce cassetto
    -Certo che è mio- Rispose con una finta indignazione per non far capire al suo amico quanto era sorpreso -Ho provato a prenderlo molto tempo fà, ma ho cominciato a leggerlo solo ora, e non ne ho letto molto-
    Logan non sembrava molto convinto della risposta, se Adam fosse stato tranquillo avrebbe continuato a cucinare o si sarebbe seduto accanto a lui a parlare, invece se ne stava tra il cucinotto e il divano con un asciugapiatti in mano
    -Capisco, ero solo curioso, non credevo ti piacesse sta roba-
    Asserì Logan lasiando il libro sul divano e tornando al suo gioco.
    Adam tornò ai fornelli pensoso, aveva messo sul fuoco una pentola l'acqua per la pasta, e quasi sbagliò a mettere il sale, a causa dei suoi frenetici pensieri.
    Adam non era abituato ad avere dei problemi così vicini al suo modo d'essere, pensava che avrebbe continuato a vivere ancora per molti anni quella vita monotona e vuota; vuota senza speranza di essere riempita da qualcosa, se non gli ordini del suo diretto superiore al lavoro.
    Ora qualcosa aveva rovinato il suo stile di vita, qualcosa mai provato prima: non sapeva più cosa fare; forse avebbe dovuto far cadere l'argomento, ma gli ultimi eventi non glielo permettevano.
    Doveva assolutamente sapere che tipo di controsensi aveva trovato Logan, in un libro del genere, dei controsensi significavano solo guai; ma dei guai significavano anche emozioni, paura, sconforto, brivido.
    Emozioni sconosciute e che lo incuriosivano, gli sarbbe piaciuto provarle una volta tanto, e non si arebbe lasciato sfuggire questa occasione, per provare qualcosa di diverso dal solito e risolvere i nuoi problemi col libro.
    Adam si sedette sul divano aspettando che la pasta che aveva gettato nell'acqua si cuocesse, ora che Logan aveva ravvivato la fiamma della sua curiosità sentiva il dovere di rileggere il libro, per capire che tipo di contrsensi aveva trovato.
    Lesse per i venti minuti che la pasta a lunga cottura gli permisero, ma la ricerca si era rivelata infruttuosa, per quanto rileggesse i paragrafi, anche dopo aver mangiato, mentre Logan continuava a giocare, non trovava alcun controsenso, quando smise erano ormai le quattro passate.
    Quello era il loro giorno libero e non doveva proccuparsi del lavoro, se non per qualche chiamata d'emergenza; ma da tempo accadeva ben poco se non qualche borseggio o furtarello che la polizia potesse risolvere; allora si decise.
    -Senti Logan- Cominciò Adam cercando di iniziare il discorso
    -Aspetta, sto finedo la clan war con i ragazzi, stiamo vincendo di poco e non mi posso distrarre-
    Venne subito zittito da Logan.
    Allora fu costretto ad assistere in silenzio alla partita che si svolgeva di fronte a lui, fino alla vittoria di Logan e la suasquadra per una sola kill
    -Cosa mi volevi dire?-
    Domandò Logan girandosi verso l'amico
    -Volevo chiederti che controsensi hai trovato in questo libro, io non ne vedo proprio-
    -Come fai a non vederli? Dovresti metterti gli occhiali, il libro nè è zeppo-
    -Allora mostrameli, perchè proprio non capisco-
    Logan sospirò, non ne aveva voglia, ma non aveva neppure più voglia di giocare.
    Si alzò dal divano ed andò a posare il contrller e spegnere la console dopo aver salutato il clan, allora tornò da Adam che aspettava impaziente col libro in mano e glielo prese.

    Passò soltanto un'ora, in cui Logan fece notare almento una decina di controsensi, di grammatica e di significato delle parole che il libro usava.
    Adam non era mai stato stupito come in quel momento, passata l'ora disse a Logan di smettere, aveva spiegato pazientemente ogni singolo controsenso della prima pagina, ma ormai Adam aveva capito come trovarli.
    Quella sera Adam si diede un gran d'affare a trovare quell'infinità di errori che non aveva mai notato prima, ma ora vedeva il libro in modo completamente diverso, e riuscì a leggerne solo un quarto, prima di sprofondare nel sonno.

    Adam si svegliò preoccupato, pensò che lo potesse aver messo in ansia il lavoro, di solito era quello, ma era notte fonda, l'orologio al muro... segnava le dieci, ma era impossibie , aveva le finestre aperte: e fuori era buio.
    Adam si alzò ed andò alla finestra, abitava all'ottavo piano di un palazzo e sotto di lui la strada era completametnte deserta; improvvisamente si ricordò che l'orologio a muro era scarico da tempo; come aveva fatto a dimenticarsene?
    Allora si avvicinò alla scrivania che teneva accanto al letto e prese il cellulare per vedere l'ora, erano le tre.
    Guardando l'ora gli venne in mente un episodio che aveva vissuto da piccolo; era una notte speciale quella che ricordava, aveva finito per la prima volta di leggere l'unico libro che aveva letto in tutta la sua vita, il libro che l'avrebbe aaccompagnato per tutta la seguente esistenza.
    Era andato a dormire, analogamente a questa notte, molto tardi, e per la prima ed unica volta nella sua vita si era svegliato nel bel mezzo della notte, aveva guardato l'orologio a muro e, vista l'ora si era rimesso a dormire senza far caso all'evento.
    Adam non ricordava l'ora che aveva visto nel quadro dell'orologio quel giorno, ma non ebbe il tempo di rifletterci: un altro ricordo, più opprimente e decisamente più recente riaffiorò nei suoi pensieri, un ricordo inconscio, poteva essere stato un sogno come la realtà.
    Adesso ricordava perchè si era svegliato questa notte, sapeva che nel sonno qualcosa l'aveva toccato, qualcosa di indefinibile, non una parte del corpo, ma tutto contemporaneamente; ora che il primo appiglio a quel ricordo era gettato comincò a raccapezzarsi, aveva sentito dolore, per un solo attimo, prima di svegliarsi, i suoi sensi si erano intorpiditi per il dolore.
    Lo sconforto prese il sopravvento, non aveva idea di cosa avesse causato il dolore, se esso fosse reale o meno; e questo lo spaventava, nella sua vita non aveva mai dovuto prendere decisioni importanti, erano sempre gli altri a decidere per lui, mentre Adam rimaneva a guardare come la vita gli si sviluppasse intornosenza muovere un passo, senza decidere.
    Ora era solo, non c'era nessuno a cui chiedere di decidere per lui, avrebbe dovuto consltare un medico? Uno psicologo? O avrebbe dovuto lasciar'correre, come aveva sempre fatto; questa embrava la scelta più ovvia, non sarebbe mai andato da nessuno a raccontare i propri problemi, forse per egoismo, forse per generosità.
    Questo dolore sarebbe rimasto uno dei misteri della sua vita; incastonato nella sua memoria, come tutti gli altri.
     
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  12. vECchiopRecOCe
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    O__O Fortissimo, intrigante all'ennesima potenza, continua così :sisiui:
     
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  13. darix 96
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    interessante veramente good job!ke ficata
     
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  14. crusader 94
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    da ora in poi questa si chiamerà: Until the end?
    compreso di punto interrogativo.
    In seguito, s emi verranno le idee giuste questa potrebbbe trasformarsi nella storia di un battle manga, ma non ci date fiducia.
     
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  15. darix 96
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    heh???
    nooo è bello come è ora

    bel nome cmq
     
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27 replies since 27/5/2010, 15:10   208 views
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